28 Novembre 2018
The Future Makers a Catania: un’opportunità per 100 giovani talenti
The Future Makers a Catania: un progetto che, dal 2016, si rivolge a 100 giovani talenti. Si vogliono offrire: “gli strumenti per rafforzare la loro leadership e prepararli ad essere voci autorevoli della futura classe dirigente italiana“.
The Future Makers a Catania: quando e dove
Per la prima volta a Catania, il progetto The Future Makers sarà presentato il 14 dicembre alle ore 11 nell’aula magna del Palazzo centrale dell’Università. L’incontro di presentazione del progetto sarà introdotto dal rettore Francesco Basile e dal delegato al Trasferimento tecnologico Rosario Faraci.
L’iniziativa è promossa dalla società di consulenza internazionale Boston Consulting Group. Si rivolge a 100 talenti italiani che siano studenti o laureati dei corsi di laurea magistrale di età compresa tra i 23 e i 26 anni.
In che cosa consiste il progetto
Secondo quanto si legge sul sito ufficiale del progetto, thefuturemakers.it: “Per loro (i 100 talenti, ndr) è stato definito un percorso formativo particolarmente articolato, una straordinaria occasione di crescita, di apprendimento e di confronto”.
Poi si specifica meglio: “L’obiettivo è riflettere con i ragazzi sui macrotrend globali e – grazie ad alcuni qualificati osservatori – sottoporre alla loro attenzione una serie di contributi:.dallo sviluppo del digitale e dei big data, alle evoluzioni dei grandi capitoli industriali e finanziari fino ai temi di social impact e di sostenibilità all’interno delle agende dei principali decisori“.
The Future Makers a Catania: le testimonianze
Francesco Guidara, IGT Marketing & Communication Director The Boston Consulting Group, spiega bene da dove nasce il progetto. “The Future Makers nasce da una constatazione. L’Italia oggi fa una grande fatica a sviluppare la propria classe manageriale per colpa anche di un tessuto economico produttivo fatto soprattutto di piccole e medie imprese“.
Joey Reiman, considerato il “guru del marketing”, è l’uomo che aiuta le aziende a scovare il loro perché, il loro purpose. Secondo quanto si legge in una testimonianza sul sito ufficiale, ha detto: “Chiedersi ‘perché si fa qualcosa’ e ascoltare cosa necessita davvero il mercato è la chiave per crescere e avere successo. I sogni essendo veri, sono realizzabili e per questo profittevoli anche da parte di chi fa business. Trasformare in fatturato gli scopi che un’azienda si pone è come aprire una scatola: sopra c’è il prezzo e la direzione, lo scopo, è dove sto andando”.
Poi conclude la sua testimonianza:.“Quando parlo ai manager dico spesso loro che hanno due occhi, uno per concentrarsi sul prossimo trimestre, l’altro e più importante sul prossimo quarto di secolo. Per le aziende la competitività è tutta volta alla ricerca dei talenti, quindi è rischioso non rispondere al perché si fanno le cose. Sappiamo tutti che, se non c’è una causa, uno scopo, soprattutto i giovani non ci sceglieranno mai. Nelle aziende ci si chiede poco ‘perché’ e si conoscono poco i propri perché“.
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