24 Novembre 2018
Bimbo ucciso a Mantova dal padre: “Brucio tutto con voi dentro”
Bimbo ucciso a Mantova dal padre: l’ennesimo caso di violenza domestica e l’ennesima volta in cui ad andarci di mezzo è un’anima innocente. L’unica domanda che sorge spontanea è: perché?
Bimbo ucciso a Mantova dal padre dopo innumerevoli minacce
In questi giorni, la cronaca ha raccontato di diverse violenze che si sono consumate e le cui vittime sono state, ancora una volta, i bambini (per i dettagli, Clicca Qui e Clicca Qui).
A Mantova, oggi, l’ennesima. Gianfranco Zani, di 53 anni, è il killer che ha dato fuoco alla casa e che ha ucciso il secondogenito il 21 novembre presso la loro casa a Sabbioneta, in provincia di Mantova. La tragedia era stata “preannunciata” perché da giorni l’uomo non faceva altro che minacciare tutta la sua famiglia. “Vi brucio tutto, con voi dentro“, ripeteva Gianfranco.

La moglie, Silvia Fojticova, ha denunciato l’accaduto e si è resa conto di aver “fallito” perché non è riuscita a proteggere suo figlio dalla follia omicida del marito. Proprio lei ha raccontato: “Ho fatto di tutto per difendere i miei figli, nessuno mi ha aiutato“.
I precedenti
In precedenza, già l’uomo era stato allontanato da casa, dopo le aggressioni e dopo una segnalazione dell’ospedale a seguito di una medicazione effettuata al primogenito Alex per delle ferite riportate a seguito di una violenza domestica.
La donna, all’ennesima violenza, è riuscita a filmare tutto e ha denunciato alla Procura di Mantova la situazione malsana in cui era costretta a vivere con i tre figli. Il Gip ha deciso di allontanare il padre con il divieto di avvicinarsi. La famiglia, nel frattempo, era stata portata in una casa protetta per tre giorni, prima di rientrare in quella in cui si è consumata la tragedia.
Fonte Foto: giornaledimantova.it
Bimbo ucciso a Mantova dal padre: il racconto della madre
La madre racconta: “Quel giorno stavo rientrando a casa dopo aver accompagnato il più grande dei figli all’oratorio, Marco (il secondogenito che ha perso la vita, ndr) aveva deciso di rimanere a casa a giocare alla Playstation“.
Quando la donna è arrivata a casa, si è scontrata con il furgone del marito che è riuscito però a scappare poco dopo. Lo scenario dinanzi ai suoi occhi era tremendo: tanto fumo, che non è riuscita nemmeno ad entrare. Anche i Vigili del Fuoco e i Carabinieri giunti sul posto, insieme con i Pompieri, hanno avuto difficoltà a immettersi nell’abitazione per soccorrere il bambino. Il padre, infatti, aveva dato fuoco all’abitazione e il bimbo è stato portato in ospedale, ma non ce l’ha fatta.
La madre, dopo tanta rabbia e dolore, adesso si consola così: “Marco non si è neanche accorto di quello che è successo (probabilmente dormiva, ndr)”. Questo pensiero è l’unico che rimane per cercare di superare un dolore troppo forte e inaccettabile.
“Anche prima era aggressivo, ma non a questi livelli”
La madre, al Corriere della Sera, ha ammesso: “Anche prima era aggressivo, ma non a questi livelli. Nell’ultimo anno era diventato sempre più violento, beveva giorno e notte“. Gianfranco Zani aveva precedenti per rapina e lesioni e ora è accusato di omicidio aggravato e incendio. L’uomo era rinchiuso nel carcere di Cremona e ha negato di aver appiccato il fuoco. Ora è trasferito presso un ospedale psichiatrico per rischio di atti di autolesionismo. La tragedia che si è consumata, quindi, è indice di una personalità già malata e di una mente sicuramente instabile.
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