24 Ottobre 2018

Povertà e istruzione, il caso tutto italiano: solo il 12% va bene a scuola

Povertà e istruzione sembrano essere due temi collegati tra loro. Secondo l’ultimo Rapporto Ocse-Pisa, infatti, la differenza di estrazione sociale inciderebbe sulla capacità degli studenti di ottenere o meno ottimi risultati a scuola.

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“Equità nell’istruzione: abbattere le barriere alla mobilità sociale”

Il rapporto intitolato “Equità nell’istruzione: abbattere le barriere alla mobilità sociale” paragona i diversi Stati rispetto al collegamento tra posizione di svantaggio o vantaggio socio-economico degli studenti e le differenze registrate nell’apprendimento, oltre a evidenziare il benessere socio-emotivo del ragazzo e gli esiti riportati a fine anno.

Povertà e istruzione: la situazione in Italia

In Italia la situazione non è affatto delle migliori: l’ascensore sociale si è bloccato, mentre in altri Paesi, invece, funziona bene. Francesco Avvisati, analista presso la direzione dell’istruzione all’Ocse-Pisa afferma: “Germania e USA negli ultimi anni hanno intrapreso politiche mirate per aiutare le scuole più svantaggiate e ciò ha prodotto risultati apprezzabili“.

Il problema italiano è che i meno abbienti hanno meno possibilità di uscire dalla loro posizione economica svantaggiosa perché la società se ne occupa poco e niente. A questo seguono peggiori risultati scolastici e il tutto incide anche sul benessere generale dello studente. La percentuale di studenti che è insoddisfatto della propria vita scolastica si aggira intorno al 18% tra gli studenti più poveri, contro il 13% di quelli più abbienti. La percentuale di coloro che si sentono a proprio agio a scuola scende dall’85% al 64%, dal 2003 al 2015. Molti non pensano affatto di essere “nel loro ambiente”.

Allo svantaggio sociale si aggiunge quello culturale dato che gli studenti nati fuori dall’Italia sono cresciuti di numero e si devono, dunque, adattare anche alle regole di un paese che non è quello loro di origine.

Povertà e istruzione

Fonte Foto: ilpescara.it

Le percentuali e il post scuole medie

Povertà e istruzione: il rapporto evidenzia che solo il 12% degli studenti più poveri risulta tra coloro che vanno meglio a scuola in Italia. La media tra tutti gli scolari è, per definizione, del 25%. Solo 3 studenti su 100, secondo Avvisati, infatti, sono bravi e svantaggiati.

Un altro dato rilevante è che pochi studenti quindicenni svantaggiati che sono tra i più bravi frequentano una scuola dopo le medie. Tra questi il 10% frequenta gli istituti tecnici o professionali. Il dato rivela come, dopo la scuola media in Italia le famiglie meno abbienti tendano ad orientare i figli verso istituti tecnici, mentre i più benestanti spingano verso altre tipologie di scuole superiori. L’orientamento post-medie è legato sempre più spesso all’estrazione sociale, piuttosto che alla vocazione di ciascun ragazzo.

 

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redazione

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