09 Ottobre 2018
Trapani chiavetta Usb esplosiva: poliziotto perde tre dita
Un ispettore di polizia della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Trapani, Gianni Aceto, è rimasto ferito alla mano sinistra a causa di una chiavetta usb esplosiva, contenuta in un plico.
Una pendrive “esplosiva”: i precedenti
Secondo l’agenzia Adnkronos, un’avvocatessa trapanese avrebbe ricevuto, due anni prima, la busta con la chiavetta direttamente nel suo studio. Nell’intestazione il mittente era l’Ordine degli Avvocati di Trapani. Al suo arrivo, la donna si era rivolta al Consiglio Forense chiedendo conferma dell’invio della busta. Al diniego del presidente, l’avvocatessa ha inviato la busta direttamente al presidente che, a sua volta, l’ha portata in Procura presentando un esposto. Per circa due anni, dunque, la busta sarebbe rimasta intatta ed è rimasta per parecchio tempo intoccata.
I fatti recenti
Nelle scorse settimane, il pm titolare dell’indagine contro ignoti avrebbe consegnato alla polizia giudiziaria la busta. Solo ieri mattina la polizia giudiziaria l’ha presa per visionarla. Appena, però, ieri pomeriggio l’agente Gianni Aceto ha inserito la chiavetta usb nel computer per esaminarne il contenuto, si è verificata un’esplosione. Secondo i primi accertamenti, infatti, la pendrive conteneva esplosivo.
I danni all’ispettore di polizia
Dopo l’accaduto, probabilmente il primo nel suo genere, le conseguenze sono tangibili: al poliziotto sono saltate tre dita della mano sinistra. Immediatamente soccorso è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani per le prime cure. Successivamente, vista la gravità delle ferite alla mano, l’ispettore di polizia è stato trasferito e si trova, adesso, ricoverato a Marsala presso il reparto di Chirurgia Plastica. I chirurghi dell’ospedale hanno riattaccato le tre dita. L’intervento è riuscito e le condizioni generali del poliziotto, anche se ha riportato altri traumi di minore entità, sono buone. Non dovrebbe perdere, infatti, l’uso della mano. Le indagini per sapere da chi sia partito il plico sono in corso e si attendono sviluppi in merito all’accaduto. Quello che pare certo è certo si trattasse di una minaccia alla donna.
La notizia arriva a un giorno di distanza dall’intimidazione a Claudio Fava. Il presidente della Commissione Antimafia della Regione Sicilia ha ricevuto, infatti, una busta contenente al suo interno solo un proiettile calibro 7.65, recapitata all’Ars. La Digos ha già provveduto al sequestro della busta e del contenuto.