27 Settembre 2018

Femminicidio Siracusa uccisa un’infermiera, fermato il marito della donna

Nuovo caso di cronaca nera rosso sangue in Sicilia. Dopo il ritrovamento di Teresa Torregrossa, femminicidio Siracusa. Uccisa un’infermiera, fermato il marito della donna e condotto in caserma.

Femminicidio Siracusa, uccisa Loredana Lopiano

Sono giorni rosso sangue per la Sicilia che piange una nuova vittima. Femminicidio Siracusa, il drammatico atto si è consumato ad Avola dove è stata uccisa Loredana Lopiano. La vittima in questione, originaria di Caltanissetta, è un’infermiera professionale impiegata nel reparto oncologia dell’Ospedale Di Maria. A trovare la donna, in un lago di sangue, è stata una delle due figlie che stamattina si trovava in casa. Sull’accaduto stanno indagando i militari dell’arma dei carabinieri, che non stanno escludendo nessuna pista.

Fermato il marito di Loredana Lopiano

Loredana Lopiano si stava recando in ospedale, per coprire il tuo turno di lavoro, quando  qualcuno l’ha colpita alle spalle. Diverse coltellate che non le hanno lasciato nessuna via di scampo, lasciandola morire dissanguata vicino alla sua macchina, dove forse aveva cercato di ripararsi per difendersi. Secondo quanto reso noto dal giornale Nuovo Sud, sarebbe stato già fermato il marito della donna e una delle due figlie. Sembrerebbe infatti che la donna fosse in contrasto con il fidanzato di una di loro.

 “Oggi è il giorno delle lacrime e della richiesta di giustizia”

I carabinieri della locale stazione dei carabinieri sta indagando nella vita di Loredana Lopiano, infermiera, moglie e soprattutto mamma. Nuovo caso di femminicisio Siracusa, una parola che fa sempre più paura e per la quale ci si chiede: perché uccidere qualcuno con così tanta ferocia? A commentare l’accaduto è sto il sindaco di Avola, Luca Cannata: “Siamo sconvolti. Quanto accaduto stamattina è veramente un dramma che ha scosso non solo me, ma l’intera comunità avolese. Tutta la città si stringe attorno al dolore per la scomparsa di Loredana Lopiano, che lavorava al reparto di Oncologia dell’ospedale Di Maria ed era impegnata nel sociale. Oggi è il giorno delle lacrime e della richiesta di giustizia. Lasciamo che le Forze dell’Ordine facciano il proprio lavoro, portando alla luce fatti e colpevole di un gesto tanto violento, quando folle“.

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redazione

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